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Appartamenti s'Ercole
and Bed & Breakfast
Posada ( Nu )
Info e contatti
Graziano Deledda
Via Goffredo Mameli, 21
08020 Posada NU
info@s-ercole.com
+39 351 539 8593
La struttura ricettiva s'Ercole offre sistemazioni per clienti che viaggiano singolarmente, coppie e famiglie. Al mattino nel B&B vi attende una colazione all'italiana o continentale servita dallo Staff.
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Cose da vedere
Archeologia-Il Nuraghe San Pietro - Posada-Torpè
Nel territorio della Baronia (alla quale appartiene il comune di Torpè) sono presenti numerosi monumenti del periodo nuragico e pre-nuragico; la densità di monumenti dell'area non è però tra le più elevate dell'isola. In particolare nella sub-regione dell'Alta Baronia tale densità è ancora più bassa ma, all'interno di quest'area, il territorio del comune di Torpè è quello in cui si può contare il più elevato numero di monumenti. Distribuiti su una superficie di 91,50 km² sono presenti ben dodici nuraghi, una tomba dei giganti (in passato erano presenti altre due tombe dei giganti di cui si conosceva nome e ubicazione, ma attualmente non è stato possibile rilevarle), due villaggi nuragici, cinque domus de janas e due nicchie scavate nella roccia. Il territorio di Torpè è attraversato da ovest verso est dal corso del rio Posada, che lo divide in due parti, una a nord sulla sponda sinistra del fiume, che comprende la parte più consistente della superficie comunale, e una a sud, sulla sponda destra, che pur avendo una superficie inferiore, è quella in cui si trova l'attuale abitato di Torpè. La quasi totalità dei monumenti preistorici è invece collocata nel versante nord del territorio, a partire dai bassorilievi a ridosso del corso d'acqua fino ai declivi della collina di Cùcuru 'e Luna.
Archeologia-Il Nuraghe Losa-Abbasanta
L'area archeologica del nuraghe Losa si trova a breve distanza dal Comune d'Abbasnta, dal quale prende il nome l'esteso e fertile altopiano basaltico posto nell'Alto Oristanese . L'altezza media del sito è di circa 320 m sul mare . Il grande nuraghe si trova ai margini del tracciato della super strada statale 131 , all'altezza del km 124 , che segna la distanza da Cagliari , mentre da Sassari la distanza è di curca 85 km. All'altezza del nuraghe Losa prende avvio la diramazione trasversale che si dirige per Nuoro (distante circa 55 km) e quindi per Olbia ( a 150 km ). Prossimi al nuraghe Losa sono i paesi d'Abbasanta ( a 1 km ) , Ghilarza ( a 1,5 km ) ,Norbello ( a 2,5 km ), Paulilatino ( a 2,5 km ). Tutt'attorno si possono visitare oltre 100 siti archeologici , fra i noti e gli sconosciuti alla generalità delle persone : nuraghes d'ogni età e configurazione , tombe di giganti , pozzi sacri , betili , siti prenuragici con tombe neolitiche ed eneolitiche , dette domos de janas ( case delle fate - streghe ), dolmens e allées couvertes , menhirs , pietre sacre, emergenze di diverse epoche storiche : insediamenti di tradizione punica con necropoli ad incenerazione , strade e villaggi romani , capanne d'epoca giudicale .
Museo Deleddiano
Grazia Deledda , premio Nobel per la Letteratura 1926
Dove si trova : Via Grazia Deledda 42, 08100 Nuoro (Nuoro, Sardegna)
Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura nel 1926, nasce a Nuoro, in una casa tipica del ceto benestante della città.
La stessa scrittrice la descrive così: semplice ma comoda, con due camere per piano grandi e un po' basse, con i soffiti e i pavimenti in legno. Qui Deledda visse fino alle nozze, avvenute nel 1900, prima di trasferirsi definitivamente a Roma.
Dichiarata Monumento Nazionale nel 1937, oggi, dopo il recente riallestimento, la casa ospita il museo dedicato alla scrittrice e al profondo legame con la città e con la sua terra.
Gli oggetti, gli arredi appartenuti a Deledda (provenienti anche dall'abitazione romana) si mescolano con la rievocazione degli ambienti domestici: alcune stanze sono state infatti ricreate seguendo le descrizioni lasciate dalla scrittrice: fra queste la dispensa e la cucina, dove da bambina ascoltava le storie banditesche narrate dai servi.
Nella cucina, che era l'ambiente più vissuto della casa, è stata aggiunta anche una suggestione olfattiva attraverso l'inserimento di alimenti freschi - sostituiti in relazione al variare delle stagioni e alle principali ricorrenze del calendario.
Infine si apre la sala che ospita lo Studio romano del premio Nobel, completo di tutti gli arredi originali.
Trekking - La gola de su Gorropu
La gola di Gorropu segna il confine naturale tra i territori comunali di Urzulei e Orgosolo, è lunga circa 1,5 km, dalla punta Cucutos (m. 888), sprofonda per circa 500 m.; sul fondo si restringe sino a raggiungere in alcuni punti la larghezza minima di 4-5 m. Le caratteristiche di dimensione e forma rendono Gorropu un luogo di altissimo pregio e di valenza mondiale, un autentico capolavoro della natura e allo stesso tempo un prezioso scrigno di biodiversità.
Un habitat così particolare, con i suoi punti d’ombra, le sue correnti d’aria, i suoi repentini sbalzi termici, non può che aver favorito i presupposti per la presenza di endemismi e altri aspetti ambientali particolarissimi. In modo specifico va citata la specie erbacea Aquilegia di Gorropu (n.s. aquilegia nuragica); questo endemismo è stato inserito dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) fra i primi a rischio di estinzione nel Mediterraneo.
Monte Ortobene- Nuoro
Con aspetto imponente e forme curiose l’Ortobene si erge alle porte di Nuoro, pochi chilometri a est della città. Il massiccio sfiora i mille metri, costellato di punte e torrioni dalle forme strane che assumono sembianze talvolta umane, talvolta animali. I suoi 1600 ettari, abitati sin dalla preistoria, offrono infiniti paesaggi: alte rocce granitiche svettano solenni e si alternano ad avvallamenti. Qui potrai fare scalate e seguire sentieri segnati in ‘scampagnate’ attraverso fitti boschi di querce leccio con sprazzi di roverelle, sughere, agrifogli e macchia mediterranea: cisti, corbezzoli, lavanda, lentischi e ginestre. Nei prati fioriscono orchidee mentre il sottobosco, vicino a sorgenti, è colorato da ciclamini, felci e vari funghi. Il monte è habitat di mammiferi (cinghiale, donnola, lepre, martora, volpe), rapaci (aquila reale, astore, falco pellegrino, poiana e sparviere) e altri volatili (pernici, tortore e passeri). Un tempo c’erano anche cervo, muflone e avvoltoi.
L’Ortobene è incorniciato a nord e sud da fiumi, tra cui il Cedrino, a est e ovest da valli, caratterizzate da testimonianze prenuragiche, come le tre domus de Janas di Maria Frunza, sas Vrighines e Janna Ventosa. Testimonianze più recenti sono i ruderi delle chiese di sa Itria e santu Jacu. Cuccuru Nigheddu è la sua vetta (955 metri), punto panoramico da cui lo sguardo spazia dal monte Albo all’altopiano di Orune. Inoltrati nei suoi parchi: potrai visitare in bici o coi pattini Sedda Ortai, col fresco abbraccio di pini e conifere, e ammirerai una pietra a forma di fungo: sa Conca, un ovile ricavato dentro un’enorme roccia. Di grande interesse anche il parco di Solotti, vicino alla Casa Diocesana, teatro di ritiri spirituali. Il parco che più identifica il monte è in cima: il Redentore, dominato dalla statua firmata da Vincenzo Jerace (1901), meta ogni anno a fine agosto della processione della Sagra del Redentore. Mentre in città vanno in scena sfilata di costumi, canti e balli tradizionali di tutti i paesi sardi. Scendendo ammirerai vallata e monti di Oliena e, nei giorni tersi, scorgerai in lontananza il bagliore celeste del mare della Baronìa.
Il monte è da sempre luogo caro ai nuoresi, specie a Grazia Deledda. Sito simbolo è la chiesetta della Solitudine, costruita a metà XX secolo sul sito di una chiesa seicentesca e dove hanno riposato dal 1959 al 2007 le ceneri della scrittrice.
Trekking-Villaggio nuragico di "Tiscali"
Monte Tiscali: Questa aspra montagna calcarea cela sulla sommità un inaspettato fenomeno geologico: una dolina, cioè una grotta di cui è crollata la volta, con la formazione di una sorta di gigantesco imbuto dalle immense pareti aggettanti, alla protezione dei quali si affidarono le genti nuragiche, costruendo al suo interno due villaggi di numerose capanne, e sfidando così forse per qualche secolo, le truppe degli invasori romani, che inutilmente cercarono di sottomettere le fiere popolazioni barbaricine al loro dominio. Anche la vicinissima valle di “Lanaittu” è sparsa di importanti resti archeologici, come ad esempio il Villaggio nuragico “Sa sedda ‘ e sos Carros” mentre molte grotte delle montagne intorno furono utilizzate come abitazioni e o sepolture collettive fin dal periodo pre-nuragico. L’ intenzione dei costruttori di Tiscali sembra essere stata anche quella di riparare le capanne dalla pioggia, per cui esse sorgono interamente sotto la parete non crollata della grotta, da cui un continuo stillicidio
d’acqua consentiva anche l’approvvigionamento idrico.
Trekking e Kayak - Cedrino - Orosei
Il lago del Cedrino, tra Nuoro e Orosei e poco distante da Oliena, attira moltissimi turisti amanti della natura, della montagna, del trekking e dell'escursionismo. Raggiungere il lago è semplice, basta recarsi in auto nella città di Dorgali e da lì seguire la strada segnalata che conduce alla zona del lago. Dal parcheggio già si gode un meraviglioso scorcio naturalistico, potendosi ammirare da una posizione rialzata il rande bacino d'acqua circondato dalla vegetazione rigogliosa e dai monti.
Trekking sul Cedrino
Dal lago Cedrino partono moltissime escursioni organizzate oppure è possibile dedicarsi al trekking in piena autonomia percorrendo uno dei moltissimi sentieri segnalati dell'area. Esistono sentieri di differente difficoltà, alcuni riservati agli escursionisti più esperti, altri adatti anche per famiglie con bambini e ideali per un pic nic; ma tutti i percorsi sono accomunati dalla possibilità di godere di viste magnifiche sul Lago con scorci fotografici suggestivi e di apprezzare la flora e fauna del luogo, tra cui i tipici aironi cinerini. Nella zona del lago è possibile anche fare kayak.
Archeologia-Tomba dei Giganti - "Coddu 'Ecchjiu" - Arzachena
La tomba di Giganti di Coddu ‘Ecchju è uno splendido esempio di architettura funeraria nuragica.
Si tratta di un imponente sepolcro collettivo che probabilmente accoglieva i defunti del vicino villaggio di La Prisgiona.
Il monumento, risalente all’età del Bronzo, è stato realizzato in due fasi costruttive: ad una tomba a galleria (lunga m 10,50), costruita intorno al 1800 a.C., venne aggiunta l’esedra (presumibilmente intorno al 1600 a.C.), ovvero uno spazio semicircolare delimitato da una serie di lastre infisse nel terreno con al centro una grande stele centinata (alta m 4,04), decorata da una cornice in rilievo e dotata di un piccolo portello alla base.
La piccola apertura serviva per deporre delle offerte all’interno della tomba.
L’inumazione dei defunti avveniva probabilmente dall’alto, mediante la rimozione di una delle lastre di copertura del corridoio.
Il corpo tombale venne incluso in un grande tumulo di terra e pietrame che comprendeva anche la zona retrostante l’esedra, la quale rivestiva anche la funzione pratica di contenere il tumulo stesso, ma delimitava anche lo spazio cerimoniale dove si svolgevano riti in onore degli antenati che prevedevano anche delle offerte, come testimoniano i numerosi recipienti ceramici ritrovati in quest’area.
Il culto degli antenati eroizzati e divinizzati era di grande importanza nella civiltà nuragica.
Museo delle Maschere-Mamoiada
Il Museo nasce con l'intento di costituire un luogo di contatto tra l'universo culturale di un piccolo paese della Sardegna interna, Mamoiada, nota in tutto il mondo per le sue maschere tradizionali - i Mamuthones e gli Issohadores - e le regioni mediterranee che, attraverso le rappresentazioni e le maschere di Carnevale, svelano una comunione di storia e di cultura.
In particolare il Museo rivolge il suo interesse verso le forme di mascheramento nelle quali, in una grande varietà di combinazioni, ricorre l'uso di maschere facciali lignee zoomorfe e grottesche, di pelli di pecora e di montone, di campanacci e in generale di dispositivi atti a provocare un suono frastornante. A queste maschere, proprie delle comunità dei pastori e dei contadini, si riconosceva il potere di influire sulle sorti dell'annata agraria; per questo, malgrado l'aspetto impressionante, la loro visita era attesa e gradita e occasione per farsele amiche attraverso l'offerta di cibo e bevande.
Dal martedi alla domenica (lunedi chiuso) ore 9.00/13.00 - 15.00/19.00
Dal mese di Giugno fino a Settembre aperto tutti i giorni ore 9.00/13.00 - 15.00/19.00
Biglietti
Intero: € 5,00
Ridotto (comitive, anziani e scolaresche): € 3,00
Grotta di Ispinigoli - Dorgali
Il grande sistema carsico di cui fa parte Ispinigoli, è formato da una rete di gallerie sotterranee, che la collegano ad altre due grotte che si trovano nelle vicinanze: la Grotta di San Giovanni su Anzu e la Grotta di Sos Jocos. Questo sistema di grotte è in fase di esplorazione, dal momento che alcune gallerie non hanno ancora condotto ad un’uscita. Attualmente sono stati esplorati circa 17 chilometri, ma gli speleologi stimano che l’intero sistema si estenda per circa 25 chilometri. Si sa che all’interno delle gallerie scorrono 9 torrenti e che si sono formati dei laghi ma, la cosa più interessante, è che è ancora presente uno stillicidio costante. Ciò significa che le concrezioni possono ancora nascere e modificarsi.
Un’altra caratteristica affascinante della grotta di Ispinigoli è l’abisso delle vergini. Si tratta di un inghiottitoio profondo 60 metri che collega Ispinigoli alla grotta di San Giovanni su Anzu. Nell’abisso delle vergini sono stati ritrovati dei gioielli di epoca nuragica, fenicia e romana, che si possono ammirare nel Museo Archeologico di Dorgali.
Il Supramonte - Barbagia
La sua immensa suggestiva estensione, 35 mila ettari, si perde a vista d’occhio, tanto ampia da racchiudere i territori di cinque paesi, Dorgali, Oliena e Orgosolo nelle Barbagie, Baunei e Urzulei in Ogliastra, nonché parte del golfo di Orosei. Il Supramonte è un antichissimo complesso montuoso, che fa da contorno al massiccio più alto e ‘giovane’ del Gennergentu. Un complesso caratterizzato da altopiani e doline, strapiombi e foreste, grotte e sorgenti, abitato sin dalla preistoria e punteggiato da siti prenuragici e nuragici. Il paesaggio presenta tratti distintivi uniformi: enormi bastioni alternati a profondi canyon, picchi rocciosi che si stagliano verso il cielo. Ma ciascuno dei ‘Supramonte’ dei cinque Comuni ha proprie caratteristiche peculiari con monumenti naturali originali e inimitabili.
La gola Gorroppu, il canyon più spettacolare d’Europa, modellato dalla forza dell’acqua e profondo 500 metri, identifica i territori di Urzulei e Orgosolo e coinvolge anche Baunei e Dorgali.
A caratterizzare i rilievi di Urzulei è anche la grotta di su Palu. Mentre la dolina di su Suercone, impressionante voragine con una particolare forma ‘a imbuto’, è l’attrazione naturalistica più nota del Supramonte di Orgosolo: è larga 500 metri e profonda 200, apparentemente inaccessibile per la verticalità delle pareti e perché ricoperta di fitta vegetazione incontaminata. Le fa compagnia la foresta di sas Baddes, unica estesa lecceta primaria d’Europa. Su Gologone, principale risorgiva del Supramonte, e il monte Corrasi, la sua vetta più alta (1463 metri), sono i monumenti naturali per eccellenza di Oliena. Il Corrasi è caratterizzato da ambiente spoglio e roccioso, con voragini, guglie, pinnacoli dalle forme particolari e grotte, come la Nurra de sas Palumbas. Su Gologone è un capolavoro scolpito nelle viscere del sottosuolo dalla potenza dell’acqua, che riaffiora pura e limpidissima in superficie in mezzo a un’oasi lussureggiante. È collegata a una delle più grandi e suggestive cavità d’Europa, sa Oche e su Bentu: trenta chilometri di viscere sotterranee percorse da un fiume che risale sino alla sorgente, con sale impreziosite da stalattiti e stalagmiti, gallerie, pavimenti ricoperti di cristalli, laghi sotterranei e spiaggette sabbiose. La ‘voce del vento’ è incastonata nella maestosa e selvaggia valle di Lanaittu, a metà tra i territori di Oliena e Dorgali, ‘traforata’ da altre cavità come la meravigliosa Ispinigoli e la grotta Corbeddu - nome derivante da un celebre bandito rifugiatosi qui - dove sono state trovate tracce umane di diecimila anni fa e resti di un cervo preistorico di 30 mila anni fa. Incarna la grandiosità della natura, stessa sensazione di immensità che infonde il villaggio di Tiscali, roccaforte delle popolazioni nuragiche all’interno di Lanaittu, costruito sulle pareti di una profonda dolina creata da uno sprofondamento del monte omonimo, in un lungo periodo (XV-VIII secolo a.C). Ha origini misteriose: la tecnica costruttiva differisce da quella degli altri siti nuragici. Tiscali è una delle mete più note dell’escursionismo in Sardegna. Il trekking raggiungerlo passa anche da altri siti, come sa Sedda ‘e sos Carros, altro suggestivo ‘paese’ nuragico di eccezionale architettura, importante per le tracce dell’attività di fusione dei metalli. La presenza dell’uomo in questa parte del Supramonte è documentata anche da tantissimi reperti, decine di domus de Janas, menhir, centinaia di nuraghi (tra cui Mannu e Arvu), tombe di Giganti e altri siti archeologici, in particolare Campu Donianigoro e il villaggio-santuario nuragico di Serra Orrios, che comprende circa cento capanne, due tempietti e sepolture megalitiche, issati sull’altopiano del Gollei che domina un rilievo al centro del golfo di Orosei, nel territorio di Dorgali. E a proposito di golfo e Dorgali, impossibile non citare il suo simbolo costiero indiscusso, la grotta del Bue Marino.